LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA: LA PARENTELA TRA LE PARTI E’ RILEVANTE ?
- L’Avvocato del Lavoro commenta:
In una causa di impugnazione di licenziamento per giusta causa, può rilevare il grado di parentela tra datore di lavoro e lavoratore licenziato?
-risponde l’Avvocato del Lavoro.
Cari lettori, l’Avvocato del Lavoro con questo articolo vuole analizzare una particolare fattispecie di licenziamento per giusta casa ovvero quello in cui tra datore e lavoratore scorra un vincolo di parentela, e tra di essi sia sorto un alterco sul luogo di lavoro, a commento di una recente sentenza del Tribunale di Milano (Corte d’Appello di Milano Sez. Lav., 5 novembre 2015, n. 1024).
La sentenza in commento riguarda un ricorso di impugnazione di licenziamento, depositato da un Avvocato del Lavoro di Milano, riguardante un recesso datoriale dal rapporto di lavoro, nel quale datore e lavoratrice erano rispettivamente fratello e sorella: quest’ultima si era rivolta al fratello, amministratore unico della società, con epiteti e toni violenti (“ladro”, “qui hai sempre rubato”), alla presenza di altri dipendenti.
Come i testimoni hanno confermato in giudizio, la lite era avvenuta all’interno di una stanza ma la porta era rimasta socchiusa.
La lavoratrice, per il tramite del proprio Avvocato del Lavoro, aveva depositato ricorso di impugnazione del licenziamento per giusta causa, sostenendo la natura ritorsiva dello stesso, legata ad altre vicende familiari non attinenti al rapporto di lavoro.
La Suprema Corte, nella sentenza oggetto di commento, ha ritenuto che nel caso si specie il diritto di critica era stato ampiamente superato nei contenuti e nei modi, ledendo l’onorabilità del fratello – datore di lavoro.
Per tali motivi, il comportamento qualificabile come insubordinazione verso il superiore, è stato ritenuto idoneo ad integrare la giusta causa di licenziamento.
A nulla rileva il fatto che tra le parti erano già in atti altri attriti di natura familiare, posto che la fattispecie oggetto di licenziamento era di per sé di una gravità tale da giustificare il licenziamento per giusta causa.
L’Avvocato del Lavoro avrebbe dovuto riuscire a dimostrare, per far dichiarare illegittimo il licenziamento, che lo stesso fosse stato di natura meramente ritorsiva, ovvero arbitraria ed ingiusta reazione ad un comportamento legittimo della lavoratrice, come affermato da consolidata giurisprudenza di Cassazione (Cass. Sez. Lav. 14 marzo 2013, n. 6501) http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20130315/snciv@sL0@a2013@n06501@tS.clean.pdf.
In conclusione, è opportuno che il lavoratore, desideroso di intraprendere un’azione volta all’impugnazione del licenziamento per giusta causa, si rivolga ad un Avvocato del Lavoro per verificare preventivamente se ne sussistono i presupposti.
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